Il caso della scomparsa di Liliana Resinovich

27 Gennaio 2025
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Nel caso della scomparsa di Liliana Resinovich, avvenuta il 14 dicembre 2021 a Trieste, le immagini delle telecamere di videosorveglianza sono diventate fondamentali per le indagini. Gli inquirenti ritengono che tali riprese possano aver catturato gli ultimi momenti in vita della donna, il cui corpo è stato ritrovato tre settimane dopo. Tuttavia, permangono dubbi sull’identità  della persona ripresa, sollevati anche dal fratello di Liliana, Sergio Resinovich. Le autorità stanno approfondendo la questione, focalizzandosi sulla sincronizzazione degli orari delle diverse telecamere coinvolte.

Sara Capoccitti, esperta informatica e analista forense, sottolinea l’importanza di verificare la precisione degli orari delle telecamere, poiché eventuali discrepanze temporali potrebbero influenzare significativamente le indagini. Per identificare una persona attraverso le riprese, si utilizzano linee guida internazionali che prevedono l’analisi di tratti biometrici del viso. Tuttavia, la scarsa qualità delle immagini, l’uso di mascherine o scaldacollo e la distanza dalla telecamera possono complicare l’identificazione, rendendo necessario ricorrere all’ analisi di tratti caratterizzanti (come l’altezza) e individualizzanti (come un ciuffo bianco di capelli o una particolare andatura).

Capoccitti evidenzia inoltre l’importanza di acquisire i filmati direttamente dai dispositivi di videosorveglianza utilizzando procedure forensi appropriate. Una corretta acquisizione dei dati digitali è essenziale per garantire l’ integrità delle prove e per consentire una sincronizzazione accurata tra diverse riprese. Nel caso Resinovich, l’assenza di una metodologia forense nell’ acquisizione iniziale dei filmati ha reso difficile la sincronizzazione temporale tra le diverse telecamere, complicando ulteriormente le indagini.


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