Delitto di Garlasco: l’impronta 33 indica una direzione

20 Giugno 2025
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Sara Capoccitti, analista forense, chiarisce al quotidiano “IL Giornale” alcuni punti chiave sulle impronte ritrovate nella villetta di Garlasco nell’ambito della nuova indagine sull’omicidio di Chiara Poggi.

Tecnologia e vecchi dati: Anche se gli strumenti attuali sono più avanzati, le tecniche del 2007 erano già adeguate. Oggi è possibile reinterpretare le impronte con software moderni, ma i dati originari non cambiano: se c’erano elementi identificativi, c’erano già allora.

L’impronta 33 presenta 15 minuzie, una quantità significativa ma non sufficiente per un’identificazione piena (che ne richiede 16). È un elemento direzionale, ma non probatorio da solo. Tenendo anche presente che in alcune sentenze sono state ritenute sufficienti anche un numero minore di minuzie. Stabilire se un’impronta contiene sangue da una foto è impossibile. Servono test di laboratorio.

Anche se una sostanza reagisce alla ninidrina (indicando la presenza di amminoacidi), ciò non implica che si possa estrarre DNA. Per ciò che riguarda invece le nuove tecnologie come il laserscanner 3D: Oggi sono più veloci e precisi, ma la tecnica di ricostruzione resta simile a quella del 2007. Si riduce l’errore, ma non cambia la sostanza.

L’intervento della Capoccitti si conclude con una considerazione di ordine divulgativo:  la stampa dovrebbe rallentare e approfondire per evitare semplificazioni fuorvianti. La scienza non offre certezze immediate né risposte oracolari, ma deve essere contestualizzata e integrata con l’investigazione tradizionale.

Leggi l’intervista completa: https://www.ilgiornale.it/news/cronaca-nera/l-impronta-33-indica-direzione-vi-svelo-cosa-c-dietro-2495924.html


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